Con immenso piacere che torno di nuovo a parlare della pittura di Nilo Bacherini. Un grande amico con il quale ho condiviso la passione per la politica e del quale ho potuto più volte apprezzare l’estro, la creatività, la sensibilità artistica, la bellezza delle opere.
Nilo Bacherini è senza dubbio uno dei pittori più rappresentativi della Provincia di Grosseto, uno dei personaggi che meglio ha saputo raccontare e interpretare la sua terra, fissarne i tratti essenziali sulla tela, farla conoscere ed apprezzare anche a chi maremmano non è.
Il suo legame con la Maremma Toscana ha radici profonde che affiorano costantemente nell’uomo e nell’artista, nel suo modo di vivere e di concepire la vita.
Quello che colpisce di più delle sue opere è la forza del colore, la qualità e finezza del segno, con i quali gioca abilmente attraverso combinazioni che non hanno eguali. Sa uti-lizzare con grande maestria cromatismi e contrasti, arrivando a creare immagini, quasi surreali, che catturano lo sguardo e la mente.
In molti dei suoi quadri si intuisce la caccia intesa come libero rapporto dialogico con la natura e i suoi esseri viventi, espresso con estrema delicatezza e poesia, esaltando la cultura e le tradizioni della sua terra, senza lasciarsi mai andare ad una celebrazione trionfale della morte. Mai affiorano l’aggressività, la violenza. Mai la scena è cruenta e sanguinosa: come afferma anche l’antropologo Pietro Clemente “c’è sempre un rispetto quasi sacrale dell’animale privo di vita”. Sembra quasi che preda e predatore, vinto e vincitore vengano posti sullo stesso piano, abbiano la stessa dignità, divisi solo da un diverso destino.
Per Nilo Bacherini la caccia è tutto questo. È un fatto di nobiltà, così come è intesa nella tradizione maremmana. Non nobiltà di sangue, ma di animo, nobiltà nel senso di rispetto delle regole “universali”, comportamento etico che prevede ogni volta il recupero dignitoso dell’animale. Il cacciatore, dopo aver sparato, ricompone il corpo esanime della vittima con estrema attenzione e delicatezza reverenziale.
Anche i volti dei protagonisti dei suoi quadri sono estremamente comunicativi, sembra-no andare oltre l’immagine. Gli stessi animali comunicano con gli occhi, con il corpo, sia nella vita che nella morte.
La pittura di Nilo Bacherini è per questo una continua scoperta, una continua evoluzio-ne che non lascia spazio all’ovvietà ma si caratterizza per una costante ricerca del vero che egli trasfigura e colloca nello spazio in senso atemporale. Una verità profonda che emerge anche nelle opere di sapore metafisico.
I suoi quadri sono un autentico omaggio alla bellezza e all’armonia e all’integrità non solo ambientale della Maremma. Grazie Nilo!
Lio Scheggi
Presidente della Provincia di Grosseto